Gli avvenimenti oramai s'incalzano, s'accavallano, s'intralciano, ed è impossibile riferirli seguitamente: diciamo qui appena, che divulgatasi la scoperta della congiura e saputasi la venuta dello Spinelli, D. Marco denunziò il Campanella che era venuto ad alloggiare in casa sua, e il clerico Giulio Contestabile non solo lo denunziò, ma procurò una Commissione a Geronimo di Francesco suo cognato per la persecuzione e la cattura di lui e de' complici! Tutto ciò rilevasi dagli Atti esistenti in Firenze: ne vedremo i particolari più in là, e per ora notiamo che la denunzia di D. Marco vi si trova riferita con la data del 28, onde si desumerebbe che tanto l'andata di fra Dionisio a Stilo, quanto la ritirata del Campanella a Stignano, doverono effettuarsi appunto in tale data; ma forse D. Marco, per mostrarsi più sollecito, la segnò con un poco di anticipazione.
Lo Spinelli giungeva in Calabria prendendo terra il 27 agosto a S. Eufemia; quivi dovè abboccarsi con lo Xarava, e il 28 era già in Catanzaro. Da questa città teneva continuamente corrispondenza col Vicerè, dandogli conto di ogni sua mossa e ricevendone gli ordini; ma la prima delle sue lettere che ci sono rimaste, trasmessa in copia a Madrid e così trovata in Simancas, reca la data del 30. Da essa si rileva che avea già scritte altre lettere e ricevutane una da Napoli del 24, e può desumersi che avea dovuto giungere in Calabria il 27. Comincia egli per dolersi sempre più di D. Alonso il Governatore, il quale "non contento di aver posto mano a procedere in quel negozio tanto inconsideratamente" avea commessa un'altra sbadataggine ancora più grossa.
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