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      Avea del resto ordinato allo Spinelli di raccogliere tutto ciò che si deponeva contro i Nobili, i Vescovi ed il Papa, ma di notarlo a parte, senza inserirlo nel processo. Questo ci sembra copertamente accennato in una lettera dello Spinelli, il quale rammenta e ripete al Vicerè l'ordine avuto in cifra, e naturalmente a noi è riuscito impossibile interpetrarlo(334): ma se ne ha pure indizio in altre lettere, dove riferendosi qualche cosa concernente un Nobile od un Vescovo, come vedremo in sèguito, si avverte di "non averlo posto in iscritto"; e così risulterebbe verificato ciò che il Campanell
      a affermò nella sua Narrazione, parlando del processo che lo Xarava "fece segretamente contra Prelati e Baroni, et amici del Campanella e nemici suoi" etc.
      Lo Spinelli dal canto suo, assistito dallo Xarava, non avea molto bisogno di questi eccitamenti. Già fin da quando si trovò morto il Rania, egli vide che "restava con ciò confermata la macchina di questo trattato"; ma glie la confermavano sempre più le nuove rivelazioni che giorno per giorno si avevano a voce ed anche in iscritto, onde non solo si rassodava l'esistenza della congiura, ma anche si scopriva una cosa fin allora ignorata dal Governo, l'esistenza dell'eresia. Certamente dell'eresia gli cominciò a parlare fra Cornelio, poichè si trovano ripetute dallo Spinelli al Vicerè le parole stesse che vedremo da fra Cornelio scritte a Roma, avere cioè il Campanella diffuso eresie in Stilo, suoi casali e luoghi convicini; ma quasi al tempo medesimo ne ebbe notizia anche da altre vie.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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