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      Anche prima di avere maggiori indizii contro i Vescovi, l'8 settembre il Vicerè scriveva al suo Agente in Roma D. Alonso Manrrique, che trattava gli affari del Regno stando a lato dell'Ambasciatore, perchè facesse sapere al Papa che il Campanella, fra Dionisio e fra Pietro Ponzio (questo povero fra Pietro era stato nominato da' primi rivelanti e continuava ad essere nominato senza la menoma colpa), si occupavano di far sollevare la Calabria facendo intendere al popolo "che tenevano ordine da chi potea mandarli per questo", come lo Spinelli aveva scritto; che alle persone di maggior levatura dicevano partecipare alla congiura alcuni Signori principali del Regno, ed aversi il favore di S. S.tà offerto per mezzo dell'Ill.mo Card.l S. Giorgio, ed incorniciando pure questa menzogna dicevano essere tra' congiurati il Papa, il Turco, il Card.l S. Giorgio, ed il Papa averli subito ad aiutare ed altre mille stravaganze; che inoltre i frati andavano seminando alcune eresie nelle conversazioni e sermoni che facevano, e che alcuni Vescovi, secondo le dichiarazioni prese, risultavano colpevoli, e se la colpa fosse tale da obbligare a metterli in prigione, lo si farebbe col rispetto dovuto, dandone subito conto a S. S.tà etc. Non sappiamo precisamente qual viso la Curia Pontificia avesse fatto ad una simile comunicazione, ma probabilmente prese tempo a deliberare, confidando che le dicerie si sarebbero poi trovate false(338). Intanto il Vicerè si preoccupava del non essere stati catturati i tre frati e Maurizio de Rinaldis, ed inviava ordine allo Spinelli che facesse Bando, col quale a chi consegnasse Maurizio vivo si darebbe il perdono per lui e per un altro purchè non fosse uno de' tre frati, e a chi lo consegnasse morto si darebbe indulto per la sola persona sua; ed egualmente si darebbe indulto a chiunque consegnasse fra Tommaso Campanella, fra Pietro Ponzio e fra Dionisio di Nicastro; egli riteneva questo un buon mezzo per prenderli, "segun la poca amistad que se guardan acà en general unos à otros" (osservazione che oggi ancora e sempre dovrebb'essere profondamente meditata da ogni napoletano). Inoltre preveniva tutta la costa, da Napoli alla Calabria, trasmettendo i connotati de' frati e del gentiluomo, perchè si visitassero tutte le feluche in arrivo ne' porti; ed in Napoli teneva posta guardia nel mare, perchè non vi si passasse senza toccare la città (onde si vede il suo pensiero, che quando i congiurati fossero riusciti a mettersi in mare si sarebbero diretti a Roma, la quale dovea essere per lui il centro del movimento, malgrado lo dissimulasse con ogni cura). Queste cose egli comunicava a Madrid, significando che quantunque tale congiura presentasse tanto poco fondamento, "era stata misericordia di Dio l'averla scoverta a tempo ed averla potuto prevenire, siccome lo avea fatto". Vedremo che mentre i suoi ordini così efficaci giungevano in Calabria, il Campanella era stato già preso, e quanto a Maurizio, lo Spinelli, mostrandosi poco propenso ad indultar complici, dopo di aver preparati molti mezzi e molti concerti, finiva per emanare un Bando assai più terribile.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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