E nel doversi recare a Roma, parlando in Napoli col Vescovo di Termoli, gli avea pure manifestato che il primo a rivelargli la faccenda della ribellione era stato un giovane a 20 anni, per nome Fabio di Lauro(348): onde apparisce che egli dovè mettersi in relazione co' denunzianti della congiura, senza dubbio per mezzo del medesimo Polistina e dietro un colloquio con lo Xarava. Aggiungasi che scrisse pure al Card.l di S.ta Severina diverse lettere, per una delle quali è conosciuta la data del 2 settembre, ed
in esse affermò che il Campanella sprezzava il crocifisso ed aborriva i sacramenti, che prometteva nuova legge e nuovo Stato, che Stilo, Stignano, Monasterace, Pizzoni, Arena etc. etc. erano "infette delle opinioni di questo scellerato" e che nella sua venuta a Roma egli avrebbe potuto dare a voce altre informazioni; ma poi in Roma non seppe dir nulla oltre ciò che il processo recava, e in somma confessò di aver tratto i capi di accusa che servirono di base al processo da quanto gli dissero in parte il Polistina, in parte il Soldaniero e poi il Vescovo di Catanzaro, e perfino i rivelanti e gli ufficiali Regii; laonde non fece rimanere soddisfatto il S.to Officio, che anzi lo lasciò persuaso di avere affermato solo per sua immaginazione che tanti paesi fossero infetti di eresia, come lasciò persuasi i Giudici di Napoli di avere presupposto molte cose per "animosità". Adunque è ufficialmente assicurato che nell'istituire il processo campeggiò l'odio, e che le notizie de' fatti criminosi provennero da' Polistina, dal Soldaniero, dal Lauro, dallo Xarava, dal Vescovo di Catanzaro; massime dal Soldaniero, che è detto "un certo nobile" rimanendone nascosta la vera condizione.
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