Forse egli, che veramente per quanto ne sappiamo ci risulta assai sollecitato ma non del tutto deciso a prender parte alla congiura, penò ben poco a resistere alle insistenze di fra Cornelio; forse pure, deciso da Maurizio negli ultimi tempi a partecipare alla congiura, e poi vedutala scoperta, richiese egli medesimo l'indulto, sborsando per esso danari e più ancora sciupandone nella persecuzione de' fuorusciti, ma non tanto quanto esageratamente affermò, siccome suole accadere allorchè si parla di danaro perduto; sicuramente poi egli rivelò più di quel che sapeva e si prestò a dire tutto ciò che fra Cornelio avea raccolto dalle tante diverse vie e perfino dagli ufficiali Regii, onde in sèguito si mostrò di poco buona memoria su quanto avea rivelato, e si potè realmente sentire oppresso da' rimorsi. Ma vera o finta che sia stata quella manovra di fra Cornelio, certo è che costui richiese ed ottenne un guidatico, che equivaleva ad una promessa d'indulto non solo per Giulio Soldaniero ma anche pel servitore e compagno di lui Valerio Bruno: questo si rileva dalla copia legalizzata dell'indulto, che fu poi presentata da fra Dionisio nelle sue difese, e che giova conoscere anche per intendere appieno la procedura in corso relativamente agl'indulti, la qual cosa riuscirà a chiarire qualche altro punto oscuro nel sèguito di questa narrazione. Con una maniera di scrivere che non fa onore al Severino Segretario di Carlo Spinelli, vi si dice: a "dì 3 de 9bre 1599 nel pizzo, per quanto li mesi passati frà cornelio del monte secretario del padre visitatore.
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