Come si vede, fu adottata la maniera di procedere per pubblica voce e fama, mentre c'era un accusatore (il Polistina) o almeno un denunziante (il Soldaniero), e sarebbe stato più conforme a verità l'adottare altra maniera di procedere, ricevendo da uno di costoro una scritta o una deposizione in presenza di testimoni e servendosi di essa come base secondo la giurisprudenza(352). Continua il Visitatore dicendo che, per prendere e tenere in carcere i colpevoli, ha mandato nel medesimo giorno fra Cornelio a Catanzaro a fine di implorare l'aiuto del braccio Regio, ottenuto il quale assai volentieri dal Governatore e dallo Spinelli, ha rilasciato le lettere di cattura procedendo senza ritardo in una causa coś grave, fino a che non sia provveduto meglio dal Papa e dal S.to Officio; delle lettere di cattura riporta poi anche la formola. In sèguito sono allegate solamente due lettere originali, una del Vescovo di Catanzaro e l'altra di D. Alonso di Roxas(353). Nella prima, del 25 agosto, il Vescovo dice che si è trattato un negozio di molta importanza, il quale laddove seguisse, recherebbe "gran danno e disriputatione" alla Religione Domenicana, che egli "ha remediato quanto ha potuto", ma vorrebbe che il Visitatore o qualche suo fidato venisse a Catanzaro per potergli liberamente parlare; e il Visitatore aggiunge che, arrivata questa lettera il 28, egli nel giorno seguente manḍ fra Cornelio rivestito di tutta la sua autorità; ma, come ben si vede, in questa lettera, nella quale pare che copertamente si accenni all'aver fatto fuggire fra Dionisio, non è punto espressa la richiesta di procedere contro i frati, che anzi trasparisce un pensiero del tutto diverso.
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