Nella seconda lettera, di difficilissima lezione, che è di D. Alonso il Governatore, si ha una risposta a fra Cornelio del 2 settembre, in cui D. Alonso chiaramente dice di aver "ricevuta la relazione del negozio" dalla Paternità sua, e spera che la Paternità sua abbia subito nelle mani qualcuno de' pretesi rei, e almeno fra Gio. Battista di Pizzone e il suo compagno (vale a dire il Lauriana): laonde nemmeno si trova qui la richiesta di procedere da parte di D. Alonso, il quale, per sua disgrazia, era sempre l'ultimo a sapere cị che accadeva, ed anche questa volta, invece di dirlo lui al Visitatore, lo seppe da fra Cornelio. Infine si ha la Commissione data dal Visitatore il 3 settembre a Carlo di Paola di carcerare i frati suddetti, comandando a' Superiori di non fare ostacolo sotto pena della scomunica ed anche della galera per 10 anni; poi la presentazione fatta al Visitatore il 4 settembre da D. Carlo Ruffo, nel castello di Monteleone, de' due frati carcerati da Carlo di Paola, con la preghiera del Visitatore a D. Carlo di tenerli nelle carceri Ducali a nome del Papa e del Generale; da ultimo la formola del precetto adottato per gli esami da istituirsi. Dopo questi atti iniziali vengono i processi verbali delle deposizioni, cominciando da quelle del Pizzoni, del Soldaniero e del Lauriana.
Ecco pertanto in che modo furono presi il Pizzoni ed il Lauriana(354). Essi dimoravano nel loro convento di Pizzoni, e nella notte del venerd́ 3 settembre, due ore innanzi l'alba, Carlo di Paola ed una mano di soldati con le micce accese giunsero sotto il convento.
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