Aggiunse che il Campanella aveva molte opinioni terribili, e venendo a specificarle disse che volea predicare la libertà e contro la tirannide del Re Filippo, degli Ufficiali e dei Numeratori, che Cristo non era Dio, che le lettere I N R I significavano una pessima ingiuria, che fra Dionisio comunicandogli queste cose diè un pugno ad un crocifisso dipinto sul muro del dormitorio; che il Campanella e fra Dionisio professavano i Sacramenti essere per ragione di Stato e il Sacramento dell'altare essere una bagattella, che fra Dionisio avea commesso un fatto osceno contro l'ostia consacrata portandola "per sei ad otto giorni" in certe parti vergognose del corpo, che gli raccontò avere un inglese in Roma dato un pugno al Sacramento; e poi che il Campanella credeva non esservi Dio, non esservi nè paradiso nè inferno nè diavoli, non esservi miracoli, e che fra Dionisio assicurava "veri miracoli poter fare solo il Campanella e non altri" e ne avrebbe fatti al tempo della predicazione, oltracciò essere invulnerabile. Del rimanente dichiarò di non aver mai veduto il Campanella, di essere stato dissuaso da fra Dionisio intorno all'astinenza dal mangiar carne nei giorni pe' quali avea fatto voto e ne' giorni proibiti dalla Chiesa, di aver udito tutte le cose suddette anche da fra Gio. Battista di Pizzoni venuto egualmente a parlargli da parte del Campanella, di averle udite del pari da fra Pietro di Stilo venuto a sollecitarlo perchè si recasse presso il Campanella, ed a pregarlo che almeno non volesse palesar nulla di questo fatto, di aver saputo da fra Dionisio e fra Gio.
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