In somma tutto fu concertato per guisa da far risultare il Soldaniero un testimone inoppugnabile, quantunque nei casi di lesa Maestà, come in quelli di eresia, i socii nel delitto fossero testimoni pienamente validi.
Il 6 settembre si venne all'esame del Lauriana in Monteleone(360). Come già il Pizzoni, egli fu interrogato dal Visitatore e da fra Cornelio sul modo e sul motivo presumibile della sua cattura; ed espose tutte le circostanze, non esclusa quella della presenza di fra Dionisio e del Caccìa giunti in convento poco tempo prima, e del travestimento e della fuga di fra Dionisio non appena riconosciuta la qualità della gente armata (con che già la condizione del Pizzoni rimanea vulnerata); inoltre dichiarò subito che il Pizzoni medesimo gli avea detto, "sta a vedere che saremo presi per le cose del Campanella". Dietro interrogazioni, venne ad esporre le sue relazioni antecedenti col Campanella e fra Dionisio, li dichiarò del pari "homini tristi" da che vennero a Pizzoni nel luglio scorso (sempre secondo la solita dicitura), ed espose le relazioni avute col Pizzoni che qualificò uomo da bene. Dipoi rivelò che stando il Campanella in Pizzoni con fra Gio. Battista e fra Dionisio, nel dopo pranzo, disse una quantità di eresie: non esservi Dio ma alla natura aver noi messo nome Dio, non esservi nè paradiso nè inferno nè diavoli, i Sacramenti essere per ragione di Stato; e poi contro il Sacramento dell'Eucaristia, contro i miracoli e che il Campanella "avea fatti e volea fare miracoli", contro la verità de' detti degli Apostoli, contro la proibizione degli atti carnali, e che il Campanella volea fare nuova legge.
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