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      Ciò risulta tanto dagli Atti esistenti in Firenze, quanto dal processo ecclesiastico. Il Principe della Roccella, ricordatosi che fra Tommaso gli avea raccomandato il Pisano, scrisse una lettera a Carlo Spinelli, avvisandolo dell'intercessione del Campanella per Pisano, al quale avea parlato della congiura e naturalmente dovè partecipare ancora quanto gli era stato rivelato da' cinque prigionieri(373); ed accadde che costoro, al contrario di quanto si aspettavano, finirono dietro questa lettera per venire, unitamente col Pisano, sotto la giurisdizione dello Spinelli e Xarava, rimanendo a lungo, in qualità di presunti complici, carcerati ed anche straziati, come rilevasi dalle loro deposizioni e confessioni in tortura riferite negli Atti esistenti in Firenze. D'altro lato il Vescovo di Gerace, secondo lo stile del S.to Officio, non tardò un solo momento ad occuparsi della denunzia, inviando qual suo Delegato l'Abate Curiale de Curiali per prendere Informazione del fatto nelle carceri di Castelvetere: questa Informazione, composta degli esami di tutti e cinque i denunzianti, trovasi integralmente inserta nel 1.° volume del processo ecclesiastico ed è in data del 13 settembre, non mancando nemmeno nel suo esordio la notizia, in verità molto confusamente e scioccamente espressa, del trovarsi allora "preso del pari, fermamente carcerato e detenuto in detto castello, fra Tommaso Campanella". Non staremo a ripetere le eresie, in gran parte goffe, che si rivelarono in quella circostanza, tanto più che ne abbiamo dato qualche cenno a suo tempo, nel narrare la carcerazione del Pisano e i varii discorsi da lui tenuti nel carcere, e dovremo parlarne ancora a proposito degli ulteriori esami a' quali fu sottoposto nell'uno e nell'altro tribunale, dove ogni volta le ripetè; d'altronde un saggio de' principali esami dell'Informazione trovasi anche ne' Documenti che pubblichiamo(374). C'importa soltanto notare che in ispecie Felice Gagliardo depose avere il Pisano affermato che tutte quelle eresie gli erano state insegnate da fra Tommaso Campanella, dal Bitonto ed altri monaci, ed il resto de' denunzianti depose, insieme col Gagliardo, che il Messia Campanella, con armi, danari e gente molta, doveva assaltare il Regno, pigliare Stati e far nuove leggi.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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