Aggiunse inoltre che avea mandato presso Morat Rais Maurizio, il quale avea trattato la venuta dell'armata ed avuti per questo albarani del Turco, siccome seppe allorchè stavano con fra Tommaso presso il Mesuraca; che fra Dionisio trattava di far ribellare Catanzaro e il Campanella Stilo con altri luoghi, e che non erano a sua conoscenza altri fuorusciti aderenti eccetto Maurizio, mentre de' frati sapeva che erano pure molto amici del Campanella fra Paolo della Grotteria, fra Giuseppe Jatrinoli e fra Giuseppe Bitonto. Al solito, ebbe in ultimo a dichiarare di non aver deposto per timore del carcere "ma per zelo della fede e di Dio". - Fu questa la deposizione del Petrolo, la quale abbiamovoluto riportare con una certa larghezza, perchè associata alle precedenti del Pizzoni, del Soldaniero e del Lauriana, consolidò la base del processo ecclesiastico. Certamente è notevole la specchiata concordanza di tutte queste deposizioni; ma se da ciò si può inferire che la massa delle cose deposte dovè esser vera, si può anche inferire che vi dovè essere un solo suggeritore per tutti i deponenti. E qui si vede in modo non dubbio l'efficacia del suggeritore, poichè il Petrolo, avvilito, si lasciò condurre fino a nominare sè medesimo tra coloro i quali doveano predicare la libertà. Senza dubbio, specialmente dal lato dell'eresia, egli disse più di quanto conosceva: si seppe in sèguito che mentre era per rientrare in carcere dietro l'ordine dato dagl'Inquisitori, fra Cornelio lo ritirò da parte e gli lesse l'esame del Pizzoni, come pure che erano presenti al suo interrogatorio il Provinciale, l'Avvocato fiscale e il Capitano di campagna, e che non si scrisse precisamente così come egli rispose alle interrogazioni.
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