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      Ma pur troppo l'esame da lui sottoscritto potč poi essere spiegato meglio in qualche punto, non gią disdetto, anche perchč in questo caso s'incorreva nell'imputazione di falsa testimonianza; e per tal modo rimaneva ognuno illaqueato senza via d'uscita. Del rimanente il Petrolo si fece sempre a negare la sua partecipazione all'eresia, dicendo, "in altro son grandissimo peccatore, ma contro la fede non ho peccato"; e in che dunque egli era peccatore, e per quale peccato egli chiedeva spontaneamente perdono agl'Inquisitori fin dal principio del suo esame? Tolta di mezzo la faccenda dell'eresia, non rimane altro che la faccenda della congiura.
      Dopo il 14 settembre gl'Inquisitori sospesero le loro operazioni e non interrogarono il Campanella. Ignoriamo il motivo di questo fatto: forse volevano avere in precedenza la deposizione di fra Pietro di Stilo e sperarono di averla da un giorno all'altro, ma inutilmente; forse lo Spinelli, malgrado la buona corrispondenza degl'Inquisitori, ottenuta la Dichiarazione scritta dal Campanella, temč che questa potesse da un esame verbale riuscire invalidata in qualche punto, e vedremo che si dič invece ad insistere presso il Vicerč perchč si venisse con lui a tortura senza perdita di tempo. Intanto il 17 settembre il Card.l di S.ta Severina inviava una lettera importantissima a fra Cornelio, con la quale, comunicandogli una deliberazione presa dalla Congregazione del S.to Officio dietro le lettere di lui intorno alle cose di Calabria, gli annunziava di avere scritto, per ordine di Sua Beatitudine, al Governatore della provincia ed a' Vescovi di Catanzaro e di Squillace, che procurassero con ogni diligenza la cattura del Campanella, di fra Dionisio ed altri suoi complici (s'ignorava in Roma a quel tempo trovarsi il Campanella gią carcerato), con questa aggiunta, "et seguendo la carceratione del Campanella, la Santitą Sua hą ordinato, che si faccia condurre in Napoli sicuramente in mano di Monsignor Nuntio, che poi appresso si deliberarą della persona sua". Gli significava inoltre che mandasse la copia delle informazioni prese circa le eresie, e che occorrendo di dover prendere altre informazioni lo facesse unitamente co' Vescovi de' luoghi ne' quali si aveva ad esaminare, con ogni "secretezza e diligenza": Questa lettera insieme con due altre (sicuramente le lettere pe' due Vescovi) non giunse che il 2 ottobre a fra Cornelio, la cui residenza non era ben nota in Roma; con ogni probabilitą giunse anche prima quella pel Governatore, e cosģ lo Spinelli e fra Cornelio doverono conoscere la deliberazione di Roma avanti il 2 ottobre, restandone naturalmente ben poco contenti.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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