Non potè più interrogare il Campanella, il quale perciò non ebbe a trovarsi innanzi a Giudici se non quando venne condotto in Napoli; potè bensi travagliare ancora gli altri frati e perfino taluni clerici, aggravando sempre più le condizioni del Campanella e di fra Dionisio; ma dovè passare un po' di tempo, durante il quale vi fu una tregua nel processo ecclesiastico.
III. Facciamoci intanto a vedere le mosse ulteriori dello Spinelli(380). Conosciuta la cattura di fra Tommaso, con una sua lunga lettera in data 8 settembre egli annunciava al Vicerè di aver avuto già questo "capo principale della sedizione e un altro compagno suo della sua fazione e setta", oltre all'essersi assicurato subito della maggior parte di quelli che fra Dionisio avea nominati e i due primi rivelanti aveano atteso a scovrire per ordine dell'Avvocato fiscale; nè era chiusa per anco la sua relazione, che poteva annunziare di più la consegna allora allora fattagli da Gio. Geronimo Morano di Claudio Crispo, in cui potere si erano trovate due lettere "che verificavano le altre tre avute da' primi rivelanti", con la speranza che gli confesserebbe molte cose essendo amico e compagno di Maurizio. Diceva essersi avuto fra Tommaso "per mezzo e diligenza" del Principe della Roccella "suo nipote" e di un vassallo di lui, al quale era stato promesso, secondochè pure avea promesso il detto Principe, il guiderdone per un servizio tanto segnalato. Ed essendosi raccolto che il Campanella non cercava di fuggirsene a Roma, mostravasi persuaso che nella congiura non c'era la volontà del Papa "come egli e fra Dionisio andavano pubblicando"; tuttavia affermava che se la congiura non fosse stata scoverta ed impedita in tempo, era per succederne molto danno.
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