Bisogna pure aggiungere che la corda gli fu data senza parsimonia, poichè da una deposizione del Di Francesco fatta più tardi in Napoli, nel tribunale per l'eresia, risulterebbe che gli fu data per non meno di sette ore: ma l'Avvocato che lo difese la disse di cinque ore, sebbene fosse stato scritto solamente di un'ora e mezzo, e ci fece pure sapere che il fratello Muzio fu egualmente "tormentato senza causa con cinque ore di corda et acqua" vale a dire acqua fredda sul corpo già prima sospeso e da sospendersi di nuovo alla corda(392).
Quanto a Gio. Tommaso Striveri(393), costui depose che il 22 agosto, essendo andato insieme col suo fratello Francesco e col Franza al monastero de' Domenicani per udir la Messa, trovarono là un monaco che gli cominciò a lodare grandemente il Campanella, e poi si pose a parlare in disparte dapprima col Franza e poco dopo con Francesco suo fratello; il quale in sèguito gli disse che quel monaco (fra Dionisio) gli avea parlato delle predizioni e profezie del Campanella, della prossima ribellione in tutti i suoi particolari; del trattato col Turco, e di tutti coloro che v'intervenivano, mostrando una lista di que' di Catanzaro. Evidentemente Gio. Tommaso si era messo d'accordo col fratello Gio. Francesco, e deponeva in tal guisa, per dar forza alla deposizione di lui e tirare indietro la persona propria: come mai, per una semplice notizia avuta dal fratello, egli si era compiaciuto di sottoscrivere la denunzia, la quale rivelava una sollecitazione diretta, e poi avea finito per nascondersi e sottrarsi ad ogni ricerca?
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