Contemporaneamente, mercè un'altra lettera della stessa data, si faceva a raccomandare Lauro e Biblia, i quali continuavano a reclamare la ricompensa, e, come ci mostra il Carteggio Veneto, qualche settimana dopo si ricoverarono in Napoli(411). Egli avea loro assicurato che S. M.tà avrebbe data una ricompensa corrispondente al servizio fatto, ed essi allora gli scrivevano di supplicare S. M.tà che deliberasse di dar loro la ricompensa, giacchè per suo Real servizio aveano rinnegato i loro parenti ed amici, e si vedevano nella impossibilità di vivere in quella terra; e così egli supplicava S. M.tà dicendo che per certo meritavano una ricompensa, ma aggiungendo che avrebbe cercato di sapere da loro cosa pretendessero e ne avrebbe dato conto (ottimo modo per pigliar tempo e mostrarsi zelante così con quegli scellerati come con S. M.tà). Ancora, allorchè gli giunsero le lettere del Capitano De Ayala e dello stesso Spinelli sull'arrivo e sulle mosse dell'armata turca, le inviava senz'altro a Madrid(412); e supplicava S. M.tà di ordinare che si scrivesse al Principe di Scilla, che aveva atteso subito a soccorrere co' 600 uomini di fanteria e cavalleria, e così pure al Principe di Scalèa, riconoscendo il loro ben servito in quella occasione. E finalmente, con un'altra sua lettera(413), inviava la relazione dello Spinelli intorno alla partenza dell'armata turca,
con una seconda relazione della quale parleremo tra poco, notando come al nemico fosse accaduto il rovescio de' disegni che avea concepiti, mentre si restituiva a casa sua con tanto poca riputazione, ed aggiungendo di avere pur allora avuto avviso da Corfù che il 21 settembre il Cicala era comparso con la sua armata a 30 miglia da quell'isola in ritorno alle sue coste.
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