Partecipava inoltre che S. S.tà gli avea concesso di "poter dare la corda a' frati e clerici catturati per quella rivoluzione, con l'intervento del Nunzio", e però egli avea subito spedito un corriere a Carlo Spinelli, perchè li mandasse a Napoli con persona prudente e di confidenza. - Ben si vede come fin d'allora fosse stato dato ordine che i prigioni ecclesiastici venissero spediti a Napoli; ma per loro disgrazia l'ordine non potè essere eseguito così presto, poichè, come vedremo, non si credè opportuno servirsi della via di terra e dovè aspettarsi che le galere fossero disponibili per servirsi della via di mare: quanto poi alla licenza avuta dal Papa di dar la corda a quegli ecclesiastici, bisogna in siffatte parole riconoscere un'altra di quelle piccole vanterie delle quali gli spagnuoli si dilettavano molto. La lettera del Card.l S. Giorgio al Nunzio, la quale tratta dell'incidente(414), mostra che il Vicerè, adottando precisamente il parere dello Spinelli, avea dimandato che s'inviasse un Commissario per conto della Chiesa al luogo in cui gli ecclesiastici prigioni erano custoditi, perchè intervenisse "agli essamini et à tutti gli atti" che si farebbero, e per rendere meno ingrata la domanda avea detto che quel Commissario poteva essere spedito dal Nunzio e rappresentare il Nunzio: ma S. S.tà avea fatto sentire all'Agente di S. E. che i prigioni ecclesiastici doveano condursi a Napoli, essendo parso che per rispetti gravi la causa si facesse piuttosto in Napoli con la presenza del Nunzio addirittura; e comandava al Nunzio di ricevere i prigioni, quando verrebbero a Napoli, come prigioni suoi, e di attendere alla causa con tutta la diligenza necessaria, mentre d'altro lato i Ministri del S.to Officio interverrebbero nella parte dell'esame concernente l'eresia.
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