Aggiunse pure di avere udito dallo stesso Cesare che "il Campanella havea stabilito alli congiurati nova sorte di vestiti, cioè una tabanella bianca fino alle ginocchie con maniche lunghe, et un coppolicchio (intend. berrettino) ligato à modo di turbante di Turcho, et che havea da mutare linguaggio, et che voleano uccidere tutti li Preiti, et Monaci che non voleano adherire, et che voleano brusciare tutti li libri et fare nuovo statuto, et che voleano liberare tutte le Monache dalli monasterij, et voleano fare il crescite etc. e gridare à tempo del sollevamento, viva la libertà et mora Rè di Spagna, et che voleano tagliare à pezzi lo Governatore, et auditori et tutti quelli che non erano della loro parte, et così fare voleano à Stilo et altre terre, et uccidere tutti li Signori della Provincia, quali chiamavano tiranni, et nel Castello di Stilo s'havea da gridare, viva la libertà, et mora il Rè, et volevano fare Stilo Repubblica et chiamare il detto Castello Mons pinguis, et che fra Tomase si havea da chiamare il Messia venturo, come già detto Cesare lo chiamava, et fatta detta sollevatione, haveano d'andare per ogni terra li predicatori à predicare la libertà, et che saria venuta l'armata del Turco à darli aggiuto". - Per verità non si può non riconoscere che avessero dovuto realmente esservi stati discorsi molto spinti non solo sulla congiura ma anche su' disegni delle riforme le quali si sarebbero attuate nella futura repubblica, sia tra il Bitonto e il Pisano, sia, come è pure assai credibile, tra il Bitonto e lo stesso Gagliardo prima della carcerazione di costui: lo mostrano le notizie perfino su' nuovi abiti da doversi indossare, alludendo senza dubbio a' cittadini del nuovo Stato, e su' libri da doversi bruciare, alludendo senza dubbio a' libri latini in materia di fede e di pratiche re
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