Negò il fatto della congiura, ma attestò che il Gagliardo, dopo di aver conferito co' frati disse, "questi Monaci parlano di gran cose, non per Dio posso credere che loro ne possano uscire". Fu allora posto alla corda, malgrado la sua qualità di clerico; e la corda dovè essere terribile, o dovè fargli un terribile effetto, poichè in essa rivelò tutta la congiura. Narrò che nel maggio scorso era andato a Bagnara e Messina col Bitonto e fra Dionisio, e che il Bitonto, prima d'imbarcarsi gli disse, "stà di buon animo, che voglio che te trovi ad una fattione che volimo fare, che sarà l'esaltatione tua", aggiungendo che era cosa di grande importanza, che vi bisognavano uomini di valore e che al ritorno glie la dichiarerebbe; come infatti, al ritorno, incontrati i detti frati con fra Giuseppe Jatrinoli e il bastardo di Alfonso Grillo di Oppido, gli dissero di andare con loro a Stilo per vedere il Campanella, ed avendo la sera pranzato in Stignano, quivi fra Dionisio e il Bitonto gli comunicarono che col Campanella avrebbero presa risoluzione di ribellare il Regno e sottrarlo al dominio del Re di Spagna, avendo con loro molti fuorusciti e molti gentiluomini e Signori, tra' quali nominarono il Marchese di Arena. Giunti a Monasterace dove trovavasi il Marchese, fra Dionisio e il Bitonto parlarono un pezzo segretamente col Campanella, ed insieme si recarono presso il Marchese, quindi i tre frati col resto della compagnia se n'andarono a Stilo: nel convento di Stilo trovarono parecchi fuorusciti, e l'indomani i frati negoziarono a lungo col Campanella, e di poi costui, nel licenziarsi dal Bitonto e dal Jatrinoli, poichè fra Dionisio rimase con lui, disse che andassero con cautela e segretezza.
| |
Gagliardo Monaci Dio Bagnara Messina Bitonto Dionisio Bitonto Giuseppe Jatrinoli Alfonso Grillo Oppido Stilo Campanella Stignano Dionisio Bitonto Campanella Regno Spagna Marchese Arena Monasterace Marchese Dionisio Bitonto Campanella Marchese Stilo Stilo Campanella Bitonto Jatrinoli Dionisio
|