Aggiunse che, incontrato un gentiluomo di casa Prestinace, i detti frati Bitonto e Jatrinoli parlarono strettamente con costui, e poi gli comunicarono essere anche costui de' congiurati. Aggiunse che il Bitonto gli disse inoltre avere fra Dionisio predicato in Terranova, ed avere quivi concertata la ribellione col proprio fratello, e con altri. - Questo sunto della confessione del Pisano certamente non è completo: sappiamo infatti dalla sua "esculpatione" in punto di morte, che disdisse quanto avea detto "alla corda che ebbe in Squillace" circa Orazio Santacroce e il fratello di lui, come pure circa Geronimo Conia(427); ciò serva una volta di più a fare avvertire che ci rimane sempre a conoscere non poco intorno a' laici involti in questa causa. Pertanto la confessione fu da lui ratificata, come per regola si dovea sempre fare scorse 24 ore. E nello stesso giorno si volle interrogarlo sulla nuova legge che il Campanella intendeva di pubblicare, e qui il Mastrodatti che fece il Riassunto degl'indizii scrive di omettere le eresie nefandissime e detestabilissime dette dal Pisano "propter earum turpitudinem": ma avendo la copia del processo verbale, che fu poi in Napoli trasmessa al tribunale per l'eresia, possiamo dare un piccolo saggio almeno dei tratti principali, massime in rapporto alle cose del nuovo Stato da fondarsi ed alla partecipazione de' voluti complici(428). Disse dunque che a Stignano, in casa del Grillo, oltre i frati suddetti era venuto anche fra Domenico Petrolo, e si era parlato del Campanella affermando che "era lo primo homo del mond
| |
Prestinace Bitonto Jatrinoli Bitonto Dionisio Terranova Pisano Squillace Orazio Santacroce Geronimo Conia Campanella Mastrodatti Riassunto Pisano Napoli Stato Stignano Grillo Domenico Petrolo Campanella
|