nato alla coda di un cavallo (ad caudam equi raptatus). Ciò spiega sempre più la rivelazione da lui fatta di tanti nomi e di tanti particolari, che per lo meno non poteva conoscere, mentre da molti indizii apparisce che i capi della congiura conducevano le cose con cautela, e non mettevano ogni cosa a conoscenza di tutti: basterebbe la sola deposizione del Caccìa a mostrarlo, e d'altronde vedremo p. es. lo stesso Maurizio, nella sua ultima rivelazione, smentire la partecipazione del Pittella, che il Vitale nominava con tanta larghezza. Facciamo queste avvertenze, perchè non rechi poi meraviglia il vedere questo disgraziato, nel suo estremo supplizio, dichiarare che tutto gli era stato estorto dallo Xarava per forza di tormenti. Egli pertanto era "confesso" e quindi votato alla morte.
Come dicevamo, forse anche Gio. Ludovico Todesco fu esaminato dopo costoro. A lui si poteva per lo meno imputare che avesse aiutato Maurizio nella fuga, onde a' termini del Bando dello Spinelli era reo di morte: e il vedere dalla numerazione de' folii del processo l'inserzione di quel Bando al sèguito degli Atti relativi al Vitale darebbe motivo di credere che per l'appunto il Todesco dovè essere inquisito e forse condannato in virtù del suddetto Bando. Ma non ce n'è notizia ne' Riassunti degl'indizii a noi pervenuti con gli Atti esistenti in Firenze; e ciò vorrebbe dire non aver lui avuto nulla a rivelare intorno agli ecclesiastici, che sono contemplati in que' Riassunti. Dicasi lo stesso di tanti e tanti altri carcerati già fin da' primordii della repressione della congiura.
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