Primo fra tutti, il 13 ottobre, fu esaminato fra Pietro Ponzio(464). Rispondendo a diverse interrogazioni, egli disse ingenuamente che credeva di essere stato carcerato perchè fratello di fra Dionisio, espose dove e come e perchè lo avea visto negli ultimi tempi, attestò l'amicizia di lui col Campanella da più di 14 anni avendo sempre continuato ad essere amici, dichiarò di aver saputo che era stato preso a Monopoli dicendosi comunemente che procurava una ribellione col Campanella ed altri frati e secolari, negò che fra Dionisio gli avesse mai parlato di tal cosa. Ed a fine di non fargli conoscere il modo di esame che era stato adottato, i Giudici decisero di non procedere oltre con lui. - Fu quindi esaminato fra Paolo Jannizzi della Grotteria(465). Egli disse che credeva di essere stato carcerato per un fatto occorsogli a Filogasi (avea dato uno schiaffo al Baglivo di quella terra), ma che intese essere stato carcerato per le cose del Campanella; narrò che due volte sole avea visto il Campanella, la prima in Napoli sette o otto anni avanti, allorchè egli, fra Paolo, trovavasi in carcere e il Campanella passando per la via fu da lui pregato di far giungere una sua lettera al P.e Superiore, la seconda in Pizzoni, dove lo trovò verso la metà di luglio col fratello giovanetto e due altre persone a lui ignote, oltre i due figliuoli di Ferrante Crispo, il Caccìa e Giovanni di Filogasi, tutti armati di fucile e pistola, eccetto uno de' figli di Crispo. Disse di non sapere che costoro, in Pizzoni, avessero mangiato carne di venerdì, ma che fra Gio.
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