Quindi narrò la sua antica conoscenza col Campanella, la visita fattagli in giugno con fra Dionisio, fra Jatrinoli, il Pisano e il Grillo, trattando cose di frati, e la fermata a Stignano in casa Grillo, dove il Petrolo e il padre del Campanella gli aveano donato qualche vivanda e fra Dionisio avea detto certi concetti predicabili; ma i Giudici non ne furono contenti. Dietro altre interrogazioni, disse di conoscere Cesare Pisano suo parente e di essere andato con lui a Bagnara e a Messina; negò di aver mai consacrate più particole fuor di bisogno, negò di aver mai saputo un abuso osceno dell'ostia consacrata. Circa fra Dionisio, disse di averlo conosciuto da molto tempo, di essere stato con lui e col Pisano in Oppido, in Bagnara dove predicò, ed in Messina dove egli comperò materasse e fra Dionisio libri, zafferano e pepe; aggiunse di averlo visto poi un'altra volta ed essere andato allora con lui e col Pisano presso il Campanella per pregarlo che gli procurasse qualche predica, tornando poi per Castelvetere dove trovò carcerato il Gagliardo; aggiunse ancora di averlo visto una terza volta quando con lui e col Campanella andarono a Castelvetere, dove visitò il Pisano carcerato ed ebbe occasione di incontrarsi ancora col Gagliardo, dicendogli soltanto che stesse di buon animo. I Giudici non furono contenti, e l'avvertirono che continuerebbero l'esame "etiam rigorose". - Venne quindi chiamato il Pizzoni, e rilettogli l'esame primitivo, egli lo confermò e ratificò in tutto e per tutto.
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