Lo stesso deve dirsi delle rivelazioni di fra Pietro circa la congiura. È superfluo notare quanto sia grave il fatto deposto che il Campanella riteneva dover essere monarca del mondo in virtù di sette pianeti favorevoli, ciò che era suggellato anche coll'autorità di un astrologo germanico; nella premura di scolparlo dell'essersi lasciata dare la qualità di Messia e di Profeta, fra Pietro non dovè calcolare l'importanza della sua rivelazione. Del resto si sforzò di dire che il Campanella, dietro i presagi e le profezie di future repubbliche, raccomandava di avere molte armi per difendere sè stesso, ma non potè nascondere che avea molti amici e aderenti, la qual cosa doveva essere un fatto più che notorio. E fra essi nominò Giulio Contestabile, senza dubbio pel risentimento eccitato dalla sua mala condotta, e più ancora per la necessità di dover dire la faccenda dell'oltraggio fatto all'immagine del Re, essendo ciò conosciuto anche dal Petrolo; nominò il Vua e il Presinacio, certamente perchè li sapeva nascosti ed al sicuro dalle unghie del fisco; ma non nominò Maurizio e con lui quanti altri egli dovea aver visti e conosciuti nella sua posizione di Vicario del convento di Stilo. Dei frati poi nominò appena fra Dionisio per la ragione che era un aderente manifesto anche troppo, e fra Scipione Politi per una ragione rimasta ignota ma che ci dovè essere, poichè questo frate, sebbene nominato da tante e così gravi testimonianze e già carcerato, non fu menomamente travagliato. Da ultimo non potè nascondere che conosceva il Soldaniero e gli avea portata una lettera del Campanella, essendosi probabilmente persuaso che il Soldaniero, nel suo volta-faccia, avea dovuto rivelare e forse anche presentare questa lettera.
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