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      Ciò mostra che oramai tra le popolazioni le notizie dell'ordine temporale e dello spirituale correvano congiunte in guisa, che pure i Giudici laici avevano a raccogliere da persone indifferenti fatti dell'una e dell'altra categoria.
      I carcerati riuniti per essere tradotti a Napoli furono al numero di 156, come risultò appunto nel loro arrivo e troveremo accertato da diversi fonti. Ognuno avrà visto che erano stati messi insieme tanto quelli ritenuti veramente colpevoli quanto i semplici sospetti, gl'imputati e parecchi testimoni: basta ricordare che a lato di fra Tommaso trovavasi carcerato non solo il fratello Gio. Pietro, ma anche il vecchio padre Geronimo, a lato di fra Dionisio trovavasi fra Pietro Ponzio suo fratello etc. Ma ognuno avrà visto pure che molti, e non di lieve importanza, erano riusciti a tenersi nascosti; abbiamo altrove citati parecchi di costoro e potremmo citarne ancora diversi altri, come p. es. Ottavio Sabinis, Paolo e Fabrizio Campanella, Geronimo Ranieri etc. E però, tenuto conto anco dei fuggiaschi e perseguitati, il numero de' compromessi risulta sempre ragguardevole; nè si deve passare sotto silenzio che dietro quella mostruosa denunzia di Lauro e Biblia il numero de' carcerati dovè essere dapprima molto più grande e dovè poi mano mano assottigliarsi, certamente per una parte assai insignificante in via di pura e semplice giustizia; la qual cosa ci conduce a parlare anche, da una parte, dell'accanimento e ferocia dimostrata dal volgo verso il Campanella e i suoi aderenti veri o supposti, e, d'altra parte, delle iniquità e ruberie commesse da' Giudici laici in tale occasione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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