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      In conclusione poteva dirsi una calunnia l'avere il Campanella imbevuto di eresie la città di Stilo e luoghi circonvicini, ma non già l'avere di tempo in tempo enunciati principii punto ortodossi. E risultava grandemente notevole la raccolta fatta di simiglianti principii, perocchè di tutta la massa delle accuse, che vedesi ridotta a 34 capi nel Sommario complessivo dell'ultimo processo di eresia, 8 o 9 capi soltanto non riuscivano nè confermati nè smentiti dalle deposizioni di Squillace, ma 13 ne riuscivano confermati, e 9 altri ne sorgevano interamente nuovi. Oltracciò si avevano elementi tali da mostrare il giusto valore della scusa che già si meditava, che cioè i frati inquisiti di congiura avessero rivelato e fatto rivelare cose di eresia a fine di scansare la Corte temporale. È superfluo dire quanto le condizioni del Campanella ne divenissero aggravate, e non è arrischiato l'ammettere che segnatamente per questo processo di Squillace egli abbia dovuto rimanere tanto dolente di "Stilo ingrato" che egli onorava; di Stilo infatti, e amici suoi per giunta, erano principalmente coloro i quali avevano questa volta dato materia a "fabbricare processi con processi" come egli cantò nelle sue Poesie(505).
      Ci rimane a dire qualche cosa delle condizioni nelle quali la Calabria si venne a trovare dopo la partenza dello Spinelli co' carcerati. Abbiamo già avuto altrove occasione di vedere che le quistioni giurisdizionali e le inimicizie private non ebbero alcuna tregua; naturalmente i fuorusciti medesimi, pel rigore eccessivo e le vessazioni spropositate, erano già cresciuti di numero, ed abbiamo un documento il quale ci mostra esserne stato lo Spinelli medesimo, avanti di partire, interpellato dal Vicerè(506). I Governatori che successero nella Calabria ultra, D. Pietro di Borgia, e poi D. Garzia di Toledo sopra nominato, e poi D. Carlo de Cardines Marchese di Laino etc., come pure quelli della Calabria citra, D. Alonso de Lemos, D. Antonio Grisone, e poi D. Lelio Orsini l'amico del Campanella, rivestiti essi medesimi, più o meno, di poteri straordinarii, ed aiutati anche da Commissarii speciali, si affaticarono per più anni alla "extirpatione de' forasciti" senza mai venirne a capo.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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