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      Questo Lorenzo Battaglino, col titolo di Barone, è citato anche in un ms. della Bibl. nazionale di Napoli, "La Verità svelata di Silvio ed Ascanio Corona" etc., dove figura quale amico di Scipione e Gio. Battista Tomacelli, napoletani emigrati in Firenze, a tempo del Vicerè Card.l Granvela. Anche il Residente Veneto nel suo Carteggio parla di Giulio Battaglino con molta stima, e dice che era stato già 7 anni continui in servizio di S. A. mentre era Cardinale (ved. Arch. Veneto Lett. di Napoli del 20 8bre 1598). Vedremo Giulio molto pregiato specialmente dal Vicerè Conte di Lemos e dalla Contessa sua moglie a tempo delle sventure del Campanella in Napoli.
      (110) Ved. op. cit. lib. 2.°, cap. 29. Riporteremo le parole medesime del Campanella, attenendoci alla lezione del ms. napoletano. - "Parlai con uno dotto fiorentino che credeva le Belve dovere resuscitare à gloria con l'huomo, perchè santo Paulo dice che ogni creatura piange aspettando la sua redemptione et libertà della corruttione, et che tutte faranno decreto che l'Agno divino è degno de aprire il libro dell'Apocalissi, come ivi è scritto, et dicendoli io che ciò se intende dell'huomo ch'à simiglianza con tutte le creature, stava duro alla sua credenza, che pure molti Indii tengono. Poi dicendo io che era bestialità credere che le mosche, et polici, e Zanzere havessero à resuscitare in gloria, et che la terra non basta à rifare tanti corpi de animali, poichè ogni dì ne moion millioni di millioni, et di tante specie, che misurata la grossezza della terra, et la rotondità, et poi donando ad ogni huomo un passo di terra per il suo corpo, che ha da ripigliare, non basta quasi all'huomini, tutta à refare i corpi facendo il conto esquisito, et egli comminciò a discredere quella sententia bestiale, in favore delle bestie".


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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