Per questo doveva essere niente di buono, e veramente dovunque era stimato eretico. Spiegava poi il Deuteronomio alla moglie ed a' figli, e frattanto teneva la stampa in casa e leggeva a circa 400 scolari oltrechè a diversi Signori. - Tutte queste cose denunziò il Gesuita, aggiungendo che non avea mancato di parlare pure al Vicerè ed al Reg.te Marthos
che se sariano mossi per quel che potria importare anche al Stato", e infatti, quando egli si rivolse poi al S.to Officio, vide che già il Marthos ne aveva scritto a Mons.r Baldino e all'Arcivescovo di Napoli. - All'esame di costui seguono nell'agosto 1595 gli esami del Principe di Conca, del Duca di Seminara e di D. Cesare Miroballo, i quali confermano tutte le cose predette aggravandole; ne risulta che lo Stigliola era pure nemicissimo de' Gesuiti perchè cercavano di far proibire molti libri, che non aveva la corona di paternostri, che approbava il procedere del Re di Navarra, che leggeva anche a franzesi, e leggeva ad alcuni scolari una lezione di Scritture con le porte serrate (sic). - Segue l'esame di Giulia Giovine, napoletana, di anni 30, moglie dello Stigliola, chiamata a deporre con giuramento. A successive interrogazioni risponde: che il marito trovasi in Roma carcerato ma non sa perchè; è ingegniero; dà letture in case di Signori; non si ricorda che abbia letto in casa (pia menzogna); soleva leggere a lei "e alli garzuncielli" in camera sua le vite de' Santi, i Salmi, il Testamento vecchio e il nuovo; ha visto franzisi in casa sua ma non sa il perchè; lodava il Navarra perchè era sapiente ed amava li huomini da bene, non perchè era heretico; non ha voluto mai magnare carne in giorni proibiti, neanche essendo malato; una volta ha portato due corone alle figliole femine (sic). - C'è ancora l'esame di Alessandro Pera Canonico napoletano, che ha udito il Principe di Conca parlare contro lo Stigliola, e tra le altre cose dire che spiegava in casa il 3.° libro de' Re; una volta nel discorrere con lui del miracolo del mar rosso, lo Stigliola disse che un astrologo conobbe essere la cosa avvenuta per accesso e recesso del mare; un'altra volta, nel discorrere del governo di questo Regno, sospirando disse il verso del Petrarca, "Anime belle et de virtuti amiche Terranno il mondo"; infine lo crede buono, e ne sa di male sol quanto ha udito dal Principe di Conca.
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