(334) Ved. Doc. 12, pag. 20.
(335) Ved. Doc. 260, pag. 173.
(336) Ved. Reg.i Partium vol. 1235 e vol. 1485.
(337) La notizia delle parole sconvenienti che avrebbe dette il Vescovo di Mileto trovasi nel Doc. 15, pag. 23. La condotta poi del Vescovo di Nicastro era veramente un po' strana, mentre sin dalla fine dell'anno precedente il Governo avea tolto il divieto all'entrata di lui nel Regno, e sin dal marzo dell'anno in corso avea con molti sacrificii conchiuso l'accomodamento, del quale la Curia Romana si era dichiarata soddisfatta. I Registri Curiae, vol. 38 (an. 1595-99) fol. 173-75, recano la Lett. Vicereale all'Audienza di Calabria in data del 27 novembre 1598, nella quale si ricorda che il 31 gennaio passato era stato dato ordine di sequestrare l'entrate temporali del Rev. Vescovo di Nicastro "et dato anche ordine a tutte le terre e cittą di marine et mediterranee di quessa Provincia ch'al ritorno dovea fare detto Rev. Vescovo da Roma per conferirse in detto Vescovato non dovessero in modo alcuno permettere farlo smontare ne intrare in questo Regno, et il simile le sue robbe et gente"..; e si finisce con la revoca degli ordini anzidetti. - Quanto all'accomodamento fatto, ne abbiamo gią dato qualche cenno altrove (ved. pag. 116): parrebbe che all'infuori della revoca del decreto del Sacro Regio Consiglio, tutto il resto de' capitoli concordati fossero stati accolti, e quindi anche gli ufficiali del Duca di Ferolito sacrificati. Sicuramente il Carteggio del Nunzio, filz. 212, reca una Lett. del Card.l S. Giorgio in data del 16 marzo 1599, la quale manifesta il "contento grande per l'accomodamento delle cose di Nicastro". Laonde giustamente riusciva non facile a spiegarsi la protratta permanenza di quel Vescovo in Roma.
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