(366) La scusa del Mesuraca è rivelata dal Sonetto del Campanella già citato, il rimanente dalla Narrazione.
(367) Potrebbe credersi che da principio non fosse convenuto ad alcuno dei due mettere innanzi siffatto motivo della persecuzione di Maurizio, perchè avrebbero così implicitamente riconosciuto di essere complici nella congiura; ma bastava che fossero ricercati dalla giustizia sotto questa imputazione, perchè a Maurizio avesse potuto venire in mente di profittare delle loro persone, e quindi, da parte loro, il mettere innanzi tale fatto non sarebbe stato di alcun pregiudizio. Bisogna pure notare che il Petrolo parlò più tardi del voluto disegno di Maurizio, propriamente nel tribunale per l'eresia, non in quello per la congiura, e poi il Campanella, più tardi ancora, trovata in processo questa diceria ne profittò; ma non fu bello da parte sua infamare in tal modo la memoria di Maurizio, lasciandosi trasportare da un risentimento del pari non giustificabile che provò in sèguito verso di lui. E si sa quanto vivaci e precipitosi fossero i risentimenti nell'animo fervido del Campanella.
(368) Ved. i due Sonetti contro Xarava, Doc. 452 e 453, pag. 555.
(369) Riscontr. il Doc. 19, pag. 28.
(370) Questo risulta anche dalla parte del Carteggio del Nunzio già pubblicata dal Palermo, e ci sorprende che sia sfuggito a' biografi Campanelliani, poichè vi si legge: "Stando pur fra Thomaso Campanella su la negativa etiam d'una narratione del fatto scritta di sua mano sin nel principio che fu preso" etc.
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