Battista de Nicastro quale fu giustificato non si voleva convertire, ma disse che voleva andare a casa del diavolo, et ivi aspettare don loyse sciarava, si ben ala fine si ridusse et morì devotamente"(5). È facile ravvisare che si alluderebbe qui propriamente a Gio. Battista Bonazza, il quale come vedremo or ora dovè essere giustiziato del pari; se non che in quanto alla pertinacia irreligiosa da lui mostrata probabilmente il Barone equivocò, confondendolo con Gio. Battista Vitale.
Ma, oltre il Caccìa e il Vitale, vi furono quattro altri semplicemente appiccati, e su' nomi di costoro non abbiamo la benchè menoma notizia. Forse nell'Archivio de' Padri Ministri degl'infermi, che dicono trovarsi in Roma, potrebbe aversene qualche cenno; ma è difficile che costoro abbiano avuti registri particolareggiati come vedremo averli i Bianchi di giustizia, i quali confortarono alcuni altri più tardi, e sicuramente non ne dicono nulla nè gli Annali del Lenzo, nè le Memorie storiche del Regi, che abbiamo appositamente consultato. Nondimeno per tre di loro, anche dietro l'indizio datone dal Barone di Cropani, possiamo dire essere stati con ogni probabilità quelli presi dal Soldaniero e già condannati a morte, cioè Gio. Battista Bonazza alias Cosentino, Fabio Furci e Scipio lo Jacono; il quarto dovè essere uno della stessa comitiva, ovvero Gio. Ludovico Tedesco che fu preso con fra Dionisio, col Vitale e col Maurizio, ma non abbiamo qualche elemento di una certa consistenza per affermarlo. Il Campanella nella sua Narrazione disse: "4 banditi nè confessi, nè nominati in cosa di ribellione appiccaro nel molo Xarava e Spinelli, perchè si dicesse in Ispagna, ch'era verificata la ribellione"; ma almeno i tre sopracitati erano confessi, ed il primo di loro, il Bonazza o Cosentino, era stato nominato dal Pizzoni oltrechè dal Soldaniero.
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