- Come ben s'intende, fra Cornelio consegnava il processo di Monteleone e quello di Gerace, che d'allora in poi rimasero nelle mani del Nunzio, mentre una copia ne era stata già mandata dalla Calabria a Roma; ed è notevole, da una parte, che il Nunzio non aveva mai saputo nulla de' processi fattiin Calabria da ecclesiastici, e d'altra parte, che nemmeno questa volta fra Marco di Marcianise credè opportuno di mostrarsi, la qual cosa apparisce da una lettera posteriore scritta dal Nunzio al Vescovo di Gerace(6).
Pertanto il Vicerè si era già dato pensiero del tribunale pei laici, avea fatta la scelta del personale, e nella stessa sua lettera del 9 novembre l'annunziava a Madrid. "Avendo trattato nel Consiglio Collaterale della gravità di questo negozio e come conveniva procedervi con molta ponderazione, ho stabilito di nominare in qualità di Delegato Marco Antonio d'Aponte del Consiglio di S.ta Chiara, che è un uomo molto letterato, molto savio e di molta prudenza, e in qualità di Fiscale D. Giovanni Sanchez del medesimo Consiglio, che lo assistesse il dottor D. Luigi Xarava Avvocato fiscale di Catanzaro, e che mi dessero conto nel Collaterale di tutto ciò che si andrebbe facendo, perchè lì si risolvesse ciò che fosse più conveniente. Credo bene che S. S.tà debba volere quanto all'eresia che il Nunzio giudichi i frati e i clerici, quanto alla ribellione procurerò che giudichiamo tutti". Noi abbiamo potuto trovare nell'Archivio di Stato in Napoli la lettera Vicereale di commissione, la quale venne spedita a' suddetti Consiglieri il 15 novembre, e ci dà anche il nome del Mastrodatti di cui si prescrisse servirsi, che fu Giuliano Canale.
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