Ben di rado la sostanza fu tanto barbaramente sacrificata alla forma. Una relazione di D. Alonso Manrrique in data di Roma 4 dicembre, la quale fu poi mandata in copia a Madrid, ci fa conoscere i particolari delle trattative da lui fatte, e le notizie e i consigli che dava(22). Ci basterà notare che nelle trattative egli svolse l'argomento, che il Vicerè non si fermava in puntigli di giurisdizione, ma solo desiderava riuscire ad accertare il delitto e gastigarlo per soddisfazione del suo Re, e a tal fine era un mezzo più a proposito quello de' Ministri di S. M.tà che quello del Nunzio: quanto poi alle notizie ed a' consigli che dava, gioverà riportare le sue stesse parole. "In tal negozio mi rimane solo a dire che desidero infinitamente che si riesca a mettere in luce la verità, essendo molti di avviso che non vi sia nulla da accertare in riguardo al Re, e che a' prigioni non debba mancare il tutore, come altre volte ho scritto a V. E.; oltracciò ho potuto capire che hanno in progetto lasciar finire questa causa, e subito che sia conchiusa, richiedere i prigioni per la causa della fede, e tradurli qua, dove, dicono alcuni, se si giustificano intorno alla fede, sfuggiranno quest'altra pena, o per lo meno ne sarà l'esecuzione poco rigorosa, come accade nelle cause dell'inquisizione. V. E. vedrà ciò che si conviene fare. Abbastanza buono sarebbe che agisse in guisa da far commettere al Nunzio la causa della fede, perchè fatte costì le
prove e riusciti convinti di qualcuno de' due delitti, non avendo null'altro da far provare, si possa meglio insistere per l'esecuzione della sentenza, chè se non si rimette costà il fare questa causa, passa pericolo che si porti qua". Il consiglio del Manrrique, senza mostrare un negoziatore di alta levatura, mostra un uomo accorto, ed è superfluo dire che fu presto seguito.
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