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      Una parte de' carcerati trovavasi nel Castello dell'uovo, e fra essi il Barone di Cropani, Ferrante Ponzio, Gio. Paolo e Tiberio Carnevale, Jacobo e Ferrante Moretti, Francesco Antonio d'Oliviero, Marco Antonio Giovino, Geronimo di Francesco, Giuseppe Grillo, Felice Gagliardo; la parte maggiore trovavasi nel Castel nuovo, e ci basterà nominare solamente Geronimo del Tufo, Maurizio de Rinaldis, e insieme con tutti gli altri ecclesiastici ed anche co' parenti suoi il Campanella. Mano mano molti carcerati dal Castello dell'uovo passarono del pari nel Castel nuovo, e segnatamente Ferrante Ponzio, Francesco Antonio d'Oliviero etc.; ma perfino un anno e mezzo dopo questo tempo di cui parliamo ve n'erano sempre alcuni nel Castello dell'uovo, p. es. il Gagliardo. Gioverà rammentare in breve qualche particolarità del Castel nuovo, poichè non ci mancano elementi per definire la parte di esso occupata da' carcerati calabresi, il torrione in cui il Campanella fu rinchiuso, ciò che ci sembra dover riuscire interessante al cuore di ogni persona bennata. Come conoscono gli amatori delle cose patrie, nel Castel nuovo si distingue il maschio o castello Angioino del 1283, fornito delle cinque maestose torri, due delle quali verso il mare e tre verso terra, e la falsabraca o revellino Aragonese del 1486, con le sue torri e cortine molto basse, poi successivamente elevate, che a' giorni nostri abbiamo visto con poco giudizio spianare. A' tempi de' quali trattiamo, la falsabraca con le sue torri in gran parte quadre era incomparabilmente più bassa di quanto possiamo ben ricordare averla vista, e le cinque torri del maschio, veri torrioni si elevavano un poco di più sul livello de' bastioni rispettivi, i quali non raggiungevano l'altezza attuale, come si può vedere abbastanza bene p. es. dalla gran carta di Napoli incisa da Alessandro Baratta nel 1628, che ogni amatore delle cose belle della città ha certamente ammirata nel Museo di S. Martino, E possiamo aggiungere che a que' tempi si chiamava impropriamente "reveglino" lo spazio compreso tra il maschio e la falsabraca; infatti nel processo vedremo parlarsi di uno scritto buttato giù dalla "cancella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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