Fu però per ordine di Sua Eccellenza trapposto più tempo alla sua morte, et hà egli manifestate cose maggiori che non si sapevano, et nominato persone di qualità per infette della heresia et della rebellione, onde, non ostante gli ordini di Spagna che furono che si procurasse di poner in silentio quanto prima questa materia, incominciano pur hora i processi et le retentioni"(47).
Ripigliamo il racconto particolareggiato di quanto accadde, dopochè Maurizio manifestò la risoluzione di voler confessare ogni cosa. L'esecuzione fu sospesa ed egli venne ricondotto nelle carceri della Vicaria, come ci fa conoscere il documento esistente nell'Archivio de' Bianchi. Nè confessò sotto la forca, come risulterebbe dalla dicitura poco precisa della Narrazione del Campanella ed anche di qualcuno de' documenti per gli ecclesiastici conservati in Firenze, ma confessò per lo meno il giorno dopo nel tribunale. Questo si argomenta da una lettera del Vicerè, il quale trasmise subito a Madrid, il giorno 21, la risoluzione presa da Maurizio, ma solamente più tardi potè annunziare che avea confessato "e molto bene", senza per altro dire i particolari della confessione(48). Si argomenta inoltre dall'ampiezza della confessione medesima, la quale, scritta, occupò per lo meno 32 fogli, come si rileva da' numeri notati pei brani di essa inserti ne' suddetti documenti conservati in Firenze. Aggiungiamo che da questi documenti si rileva pure essere stato tale atto tenuto sciolto, ma al sèguito del 3.° volume del processo; la qual cosa si spiega benissimo, considerando che erano stati già compìti tutti gli atti relativi a Maurizio ed anche quelli relativi al Pisano, allorchè si ebbe la lunga confessione del tutto inaspettata.
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