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      Ma non v'è luogo ad ammettere che il Fiscale abbia profittato di una simile condizione per fargli dire ciò che gli premeva che dicesse. Vedremo l'altra confessione di Maurizio innanzi a' Delegati del S.to Officio, fatta oltre un mese più tardi, in un momento supremo e lungi dall'influenza di Giudici d'ogni sorta, nella quale, benchè si espongano cose di altro genere, non si nota la menoma dissonanza ed invece si ha una sufficiente corrispondenza con le cose esposte nella presente confessione; e questo ci pare un argomento fortissimo per ritenerla del tutto vera.
      La confessione di Maurizio, perchè acquistasse forza contro i complici, come allora si costumava, venne ratificata con una nuova tortura. Questa, secondo i procedimenti in vigore, dovè applicarsi non più tardi del giorno consecutivo, leggendo de verbo ad verbum tutte le cose deposte, e facendo dichiarare al paziente sospeso alla corda che egli le confermava in omnibus et de omnibus. Quindi, come fu poi scritto a Madrid, parve bene al Vicerè, "avendone tenuto consulta col Collaterale, di trattenere l'esecuzione di Maurizio sino a confrontarlo con fra Tommaso Campanella"(50). Credevasi allora che non dovesse tardare di molto l'arrivo del Breve Papale, con cui veniva ad essere costituito il tribunale della congiura per gli ecclesiastici; ma invece esso tardò ancora, e frattanto il tribunale pei laici continuò nel còmpito suo.
      Le notizie ulteriori intorno all'opera di questo tribunale pei laici sono tanto deficienti, che in verità non abbiamo troppe cose a dire.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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