Del resto, tanto prima che dopo la sentenza, si potevano opporre non poche eccezioni e capitoli, sia dagl'inquisiti medesimi, sia da' loro consanguinei. Una prima lettera Vicereale concesse a Marc'Antonio d'Aponte facoltà di dichiarare forgiudicati, con termine abbreviato, parecchi che a relazione di lui e di D. Giovanni Sances erano stati dichiarati contumaci ad informandum et ad capitula nella causa della "sedutione de congiura": la lettera reca la data del 31 dicembre 1599. I contumaci erano: "Alexandro tranfo di tropea, Gio. francesco d'alexandria di Monte lione, Marco ant.° Contestabile di stilo, Matteo famareda di Catanzaro, Geronimo baldaya di Squillace, pietro paulo santa guida, Antonio verlino di S.ta Caterina, francesco antonio de lo Joyo di girifalco et Tolivio de lo doce de satriano": il Vicerè accordava "di possere abreviare il termine dela forgiudicatione alli sopradetti contumaci, prefigendoli termine di giorni venti à comparere... non obstante la constitution del Regno, che vole il circolo dell'anno per possere declarare forgiudicati"(54). Riesce certamente notevole il non vedere compreso in questo elenco l'amico intimo del Campanella e compare di Maurizio, Gio. Gregorio Prestinace: ma venne più tardi anche la volta sua; abbiamo difatti rinvenuta un'altra lettera nel senso medesimo, esclusivamente per lui, ma scritta circa dieci mesi dopo la sopradetta, nell'ottobre 1600, e ciò conferma che pure da questo lato il lavoro fu lungo(55). Con ogni probabilità non mancarono altre deliberazioni contro altri contumaci di Calabria: le evidenti e sconfortanti lacune, che presentano le scritture rimasteci nel Grande Archivio, ci autorizzano a ritenerlo.
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