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      E gią costoro si disponevano a dare cominciamento al processo, quando il Vicerč, avuto il Breve, e trovandosi ancora in Napoli il Vescovo di Mileto, diede improvvisamente ordine che Cesare Pisano fosse giustiziato.
      Il Pisano, secondo il solito, fu tradotto alle carceri della Vicaria, e un documento, che abbiamo allegato al processo di eresia, ce lo mostra il sabato 15 gennaio 1600 entro la cappella segreta di quelle carceri, in presenza de' Rev.di Orazio Venezia, Curzio Palumbo e Geronimo Perruccio, ufficiali della Curia Arcivescovile appartenenti alla Congregazione diocesana del S.to Officio, alla quale, mediante i Confrati bianchi, vicino ad essere giustiziato, egli avea fatto istanza di voler confessare per disgravio della sua coscienza. La lunga confessione che egli fece, e che secondo lo stile del S.to Officio č detta denunzia poichč in fondo con essa riusciva a denunziare sč medesimo e gli altri, lo rivela turbato, confuso, in qualche punto speciale contradittorio, ma nel complesso coerente in tutte le cose di eresia che altre volte avea deposte, con qualche rettificazione verso fra Dionisio, con qualche circostanza aggravante verso il Campanella ed anche verso sč medesimo, riconoscendo di aver creduto a quelle opinioni, la qual cosa aveva altra volta negata. I lettori troveranno questa confessione riportata nella sua integritą tra gli altri Documenti, e potranno scorgere le varianti in raffronto delle deposizioni anteriori(60); qui basterą citarne i punti pił importanti per la nostra narrazione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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