I sette confrontati furono, oltre Maurizio, Gio. Tommaso di Franza, Gio. Paolo di Cordova, Tommaso Tirotta, Felice Gagliardo, Geronimo Conia, fra Silvestro di Lauriana. Le parole del Nunzio sopra riportate ci mostrano che Maurizio, alla presenza del Campanella, non dovè limitarsi alla semplice rafferma della sua confessione in termini generali, ma trasportato dal suo zelo per l'anima dovè rammentare qualche cosa del progetto e de' preparativi di ribellione, e segnatamente dell'andata sulle galere turche deliberata d'accordo con lui. Quanto a Gio. Tommaso di Franza, Gio. Paolo di Cordova e Tommaso Tirotta, evidentemente la loro confronta dovè servire a raffermare il fatto del convegno di Davoli e de' discorsi ivi tenuti; quanto a Felice Gagliardo e Geronimo Conia, la loro confronta dovè raffermare segnatamente il fatto della visita del Campanella a Cesare Pisano nelle carceri di Castelvetere e le parole ivi scambiate, giacchè vedremo essere stato questo uno dei principali capi dell'accusa che il fiscale scrisse contro il Campanella. Infine quanto al Lauriana, la sua confronta dovè raffermare il fatto del convegno di Pizzoni e delle parole del Campanella ai congregati, ed è manifesto che al cospetto de' Giudici caddero tutti i proponimenti di ritrattazione che il Lauriana aveva esternati al Campanella. Vedremo altre confronte di altri inquisiti col Campanella nel tratto successivo: intanto già fin dalle prime confronte il fiscale dimandò a' Giudici che si ordinasse di amministrare la tortura, ma il Nunzio volle che prima se ne informasse S. S.tà per ottenerne la licenza.
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