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      Ecco ora in che maniera il Campanella si mostrò pazzo, secondo che depose il carceriere Alonso Martines quando ne fu interrogato. "La matina di pasqua del spirito santo prossime passato havendo io la sera precedente lassato una lucerna accesa dentro la priggione di detto frà Thomaso quale poteva durare circa un'hora, è mezza à far lume acciò egli vedesse à mangiare, la matina secondo il mio solito, visitando tutti li carcerati, ritrovai che frà Thomaso havea brusciato la lettèra, le asse, le tavole, un saccone di paglia, et una coperta, et la priggione era tutta piena di fumo, et frà Thomaso era gettato in terra, et io credevo che fusse morto, mà poi io udj che si lamentava, et io lo levai da terra, et lo messi in un'altro loco, et rivenne quanto alle forze del corpo, et ritornato da esso per condurlo alla messa che alhora havea licenza di condurlo, detto frà Thomaso mi venne à dosso è poco ci mancò che non mi levasse il naso dalla faccia, è, da questa hora in quà hà parlato spropositatamente, et anco con altri"(113). Da diversi fonti all'uopo ricercati abbiamo potuto trarre che la Pasqua nel 1600 si celebrò il 2 aprile: fu questa dunque la data precisa in cui si manifestò la pazzia del Campanella, ed essa spiega pienamente così l'opportunità e convenienza della pazzia dal lato suo, come l'urgenza estrema della spedizione della causa dal lato del Sances. Reca poi senza dubbio una grande meraviglia il fatto, che il Nunzio non abbia partecipata a Roma tale novità; nel suo Carteggio non se ne trova menzione per lungo tempo, e il primo a parteciparla a Roma apparisce nel processo di eresia il Vescovo di Termoli, in data del 25 maggio(114).


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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