Nè in Calabria è possibile fondare eresia senza le forze de' Principi, siccome egli disputò nel libro della Monarchia, e se avesse avuta questa intenzione sarebbe andato in Germania o a Costantinopoli. Così mostransi riprensibili le parole sue mal comprese, non già la sua vita e i suoi costumi, circa i quali egli chiede di essere inquisito benchè si trovi diffamato. E i suoi travagli passati non lo rendono cattivo, ma forse piuttosto timido, giacchè la cattiva azione fa l'uomo cattivo.... Oramai si è fatto palese che i pensieri di fra Tommaso erano rivolti all'unione de' Cristiani". Soggiunge ancora: le pruove testimoniali dicono tutto al più aver lui voluto ribellare solamente di seconda intenzione, cioè nel caso in cui fossero avvenute mutazioni. Ma bisogna distinguere il reato commesso e il reato semplicemente voluto, e quello contro la persona del Re e quello contro il Regno. Chi l'abbia commesso merita la morte e non può darglisi di più; chi l'abbia solamente voluto merita qualche cosa di meno; chi l'abbia voluto di seconda intenzione merita anche meno di chi l'abbia voluto di prima intenzione; e chi non è suddito merita meno del suddito, e il frate meno del clerico secolare, poichè la Religione Domenicana dipende immediatamente dal Papa; chi poi dice bene del Re merita anche meno. Inoltre non ci fu mai un concerto, ma ci furono colloquii accidentali. Così nella casa di Gio. Jacopo Sabinis esso fra Tommaso andò a far la pace tra' Contestabili e Carnevali; erano presenti Maurizio e Gio.
| |
Calabria Principi Monarchia Germania Costantinopoli Tommaso Cristiani Regno Religione Domenicana Papa Gio Sabinis Tommaso Contestabili Carnevali Maurizio Gio Jacopo
|