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      Gregorio Prestinace suo compare venuti per la pacificazione, e cadde il discorso sulle mutazioni, ma nessuno intervenne per la ribellione, che nessuno di loro avea mai ideata. A Pizzoni esso fra Tommaso andò sollecitato tre volte da fra Gio. Battista, e comunque vi fossero altre persone, il colloquio si tenne solamente tra lui, fra Gio. Battista e Claudio Crispo: non erano presenti fra Dionisio e gli altri, e però non ci fu concerto; esso fra Tommaso parlò al Crispo dietro istanza di fra Gio. Battista per trattenerlo nella difesa di lui, non già per la ribellione, e andò pure a vedere una fabbrica di carta, ed aveva compagni perchè la strada non era sicura. A Davoli neanche vi fu concerto, poichè il Rania e Maurizio non furono presenti al colloquio che esso fra Tommaso ebbe con Gio. Paolo di Cordova e Gio. Tommaso di Franza, "onde riesce chiaro non esservi stato da parte di fra Tommaso fermo consiglio, se fatalmente le mutazioni non avessero fornita l'occasione". Egli non merita pena, avendo solo razionalmente dubitato pe' segni o per le profezie; nè è responsabile dell'essere molti morti per questa causa, poichè tutti erano omicidi, e Dio permise che morissero per avere abusato de' detti di fra Tommaso e per gli altri loro peccati. Anche le predicazioni degli Apostoli e de' Profeti eccitarono molti rumori, ma la predicazione di fra Tommaso fu a vantaggio della repubblica sì del Re che del Papa. I socii di Catilina convinti e confessi di congiura per mettere a fuoco la patria e distruggere il Senato, avendo giurato col bere sangue misto con vino, perchè non giunsero a consumare la loro scelleraggine, trovarono una parte di Senatori che con Cesare disse non doversi dare loro la morte: e non troverà misericordia presso cristiani fra Tommaso, che non commise scelleraggine, non si ricinse di armi, non mosse a sedizione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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