Fra Domenico da Polistina narrò qualche circostanza di poco valore relativamente al suo incontro col Soldaniero. Fra Giuseppe d'Amico aggiunse che, parlando della ribellione col Soldaniero nell'agosto, ebbe a vedere nelle mani di lui una lettera del Campanella scritta di suo pugno, giacchè ne conosceva il carattere, la quale finiva col dire al Soldaniero che su quanto gli avea discorso fra Dionisio, se ne rimetteva al suo luogotenente fra Gio. Battista di Pizzoni; (così fra Giuseppe parlava sempre de' soli fattidella ribellione, ma è pur vero che non avrebbe potuto parlare de' fatti di eresia laddove fossero stati a sua notizia fin da principio, mentre non si era curato di denunziarli per tanto tempo). Infine, dietro dimanda, depose che il Campanella, quando si partì dalla Calabria, diceva di partirsene per la persecuzione che soffriva dal Provinciale di quel tempo P.e Pietro Ponzio, e si disse che era partito con un Abramo, ebreo molto scienziato ma che esso fra Giuseppe non avea veduto; (nessuno dunque avea veduto questo ebreo, ma è pur vero che a nessuno conveniva ammettere di averlo veduto).
Di poi, il 21 agosto, fu interrogato in Castel nuovo Valerio Bruno(190). Costui disse che era stato per circa un anno col Soldaniero nel convento di Soriano, che avea là veduto fra Dionisio rimastovi due giorni, durante i quali venne pure il Pizzoni, e che li avea veduti cacciare entrambi dal Priore a richiesta del Soldaniero, scandalizzato perchè gli avevano palesate molte eresie, le quali egli si fece a ripetere.
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