che veramente, 4 o 5 giorni dopo la dipartita di fra Dionisio, il Soldaniero gli disse che fra Dionisio era venuto a trattare della ribellione contro il Re, avendo molti Signori per lui, e gli disse pure che fra Dionisio non credeva a nulla, comunicandogli il fatto del pugno dato al crocifisso e il fatto osceno contro l'ostia perpetrato da fra Dionisio medesimo, cose "approbate da fra Dionisio come cose del Campanella". Negò assolutamente che il Soldaniero avesse comunicato al Priore i detti e fatti contro la fede, se non dopo un mese o dieci giorni in circa; e per quanto i Giudici avessero insistito con le loro dimande, negò che il Soldaniero avesse mai parlato di tali cose mentre fra Dionisio era in Soriano per farlo cacciare dal convento, come pure che avesse attribuite le eresie anche al Pizzoni, dichiarando che il Soldaniero "ben diceva, che frà Thomaso Campanella, frà Dionisio Pontio, frà Gio. Battista di Pizzoni, frà Silvestro di Lauriana, frà Pietro de Stilo, et frà Dominico di Stignano erano tutto una cosa insiemi, mà non mi parlò di heresie contra frà Gio. Battista predetto". (Si sarebbe tentati di credere che il Pizzoni, per essersi stretto a fra Dionisio e al Campanella, dovea dapprima venire spietatamente involto nel medesimo destino loro, ma avendo poi fatto il suo orribile voltafaccia, questi frati di Soriano, appartenenti alla fazione del Polistina, doveano oramai proteggerlo: intanto per fra Vincenzo il Campanella riusciva egli pure imputabile delle peggiori cose contro la fede, e il Soldaniero rimaneva per entrambi que' frati scoperto).
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