Nel Decreto relativo al Campanella si disse: "atteso che fra Tommaso Campanella simula o sembra simulare la pazzia, i Signori giudici, senza deliberar nulla sopra di ciò, perchè la giustizia non patisca danno in qualche parte e per abbondanza di cautela, decretarono che ad esso fra Tommaso Campanella venga assegnato d'ufficio come si assegna per curatore ed avvocato il Rev.do Attilio Cracco"(193). Questo medesimo Cracco fu assegnato per Avvocato e difensore al Pizzoni e a fra Dionisio, nel caso in cui costoro non avessero da loro medesimi chiesto un Avvocato e procuratore. Per quanto ci consta da diverse scritture di quel tempo, il Rev.do Attilio Cracco era l'avvocato officioso quotidiano nelle cause del S.to Officio in Napoli, salvo l'assistervi o no con la debita diligenza; così nel corso di questo medesimo processo troviamo una supplica di fra Dionisio a' Giudici perchè provvedessero a far andare presso di lui il Cracco che non ci andava. Da una nota confidenziale, scritta da costui a piè di un atto del processo, rilevasi che egli era compare del Mastrodatti Prezioso e certamente coll'avvocatura di officio faceva la sua carriera nella Curia: difatti in una scrittura del 23 luglio 1615, durante l'Arcivescovato del Card.l Carafa, essendo Curzio Palumbo Vicario delle Monache e Commissario delle cause di S.to Officio, troviamo il Rev.do Attilio Cracco Canonico ed Avvocato fiscale.
Ecco ora con la maggior brevità possibile i particolari degli articoli e degl'interrogatorii dati per ciascuno de' tre inquisiti, contro i quali si fece il processo ripetitivo.
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