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      Espose assai minutamente le circostanze verificatesi nel suo primo esame in Squillace, ricordando le dimande fattegli e le risposte date, e il non essersi voluto scrivere il processo verbale, e l'essere stato minacciato di consegna alla Corte Regia da parte del Visitatore e più ancora di fra Cornelio, presenti i birri della Corte; poi le cose medesime verificatesi in Gerace, presenti il Capitano di campagna e i suoi soldati, e l'avergli fra Cornelio mostrati certi ferri co' quali voleva fargli stringere il petto, e d'altra banda l'avergli promesso libertà se dicesse di avere udito eresie dal Campanella, aggiungendo che fra Cornelio aveva preso molti danari da' conventi ed altre robe da' particolari per fornirne gl'inquisiti, e intanto nessuno avea ricevuto nulla. Intorno alla Trinità, a' Sacramenti ed in ispecie all'Eucaristia, e così pure intorno alle Sacre Scritture, non solo negò che il Campanella ne avesse parlato male, ma attestò che alle volte disputando con dottori e con Cappuccini, alle volte predicando in Chiesa, ne aveva parlato sempre bene; del resto egli disse, "io non mi intendo di queste cose perchè son ignorante". Intorno all'ecclissi avvenuta a tempo della morte di Cristo rispose, "sò che il Campanella parlava di stelle, de lune, di clisse, è di terremoti et di tutte le scientie del mondo, è mi parevano cose curiose, è buone, mà dela oscuratione fatta à tempo dela morte di christo non ne sò niente": intorno a' miracoli poi, pur negando che il Campanella avesse parlato de' miracoli di Cristo come era stato malamente scritto in Gerace, ammise che una volta, mentre il Campanella diceva che le opere sue si potevano comprovare con miracoli, avendo taluno, che forse era il Prestinace, argomentato in materia di miracoli, il Campanella mostrò di sprezzare quegli argomenti ed accennò ad una certa "elevatione di mente". Passando agli articoli, fin dal 1° disse, "poi che il fiscale dice questo, et è comprobato dalla Santa Chiesa che il Campanella è tenuto per uno heretico, vi dico che per l'avenire lo voglio tenere anchora io per heretico, ma però di queste cose contenute in questo articolo non ne sò niente"; ed egualmente per tutti gli altri articoli disse non saperne niente.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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