Riuscirono poi unanimi le dichiarazioni di mala condotta de' primi processanti da parte dei frati d'ogni colore, ma se esse giungevano ad infondere gravi dubbî sulla legittimità del processo fondamentale di Calabria, non potevano giungere a scuotere la convinzione che molte eresie aveano dovuto essere manifestate dal Campanella almeno ne' discorsi confidenziali, poichè, mentre p. es. il Pizzoni diceva che "mille errori del scrittore" erano corsi nel suo esame, e il Petrolo diceva che "le cose furono fatte sotto sopra", in fondo entrambi confermavano in tutto o in gran parte le loro testimonianze precedenti.
Ecco ora i particolari degli esami ripetitivi contro il Pizzoni. Essi si fecero immediatamente dopo quelli del Campanella ed occuparono due sedute, il 23 e 24 agosto: furono ripetuti, il Soldaniero (in due volte), il Lauriana, Valerio Bruno e il Petrolo. - Il Soldaniero disse di avere già conosciuto il Pizzoni qualche tempo prima che confermasse le eresie di fra Dionisio, perchè veniva spesso in Soriano; che quando vi venne con fra Dionisio, in due giorni successivi confermò le eresie che costui diceva, cioè che il Sacramento dell'altare non era vero, che egli se n'era servito per un uso osceno, e che i sette peccati (sic) erano stati fatti per ragion di Stato, rimettendosi in tutto il resto all'esame primitivo giacchè non se ne ricordava. Persistè nell'asserire che ne avvertì il Priore ed il Lettore fin dal 1° giorno, e poi, nel 2° giorno, procurò che que' frati fossero cacciati dal convento, affermando che il Pizzoni avea detto potersi sempre mangiar carne, ed avea lodato il Campanella e le sue opinioni eretiche, ond'egli congetturò che tutti e tre que' frati si avessero comunicate le eresie tra loro.
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