Aggiunse aver veduto il Soldaniero visitare e servire fra Dionisio ammalato, presenti anche il Contestabile, fra Pietro Ponzio e il carceriere. Inoltre aver veduto una lettera che fra Pietro Ponzio diceva scritta al Pizzoni dal Lauriana; avere udito lui stesso il Pizzoni da una fossa parlare al Lauriana in latino e perciò non averlo capito; aver saputo dal Pizzoni medesimo, che andava in quella fossa per non aver voluto confermare l'esame di Calabria fatto per uscire dalle mani de' laici e tutto falso; aver saputo dal Pizzoni e dal Lauriana che il Visitatore e fra Cornelio li avevano esortati a confessare per dar soddisfazione a' Giudici secolari, "che poi passata quella furia sarebbero andati in Roma per il S.to officio è llà si saria accomodato ogni cosa" (testimonianze per certo troppo esplicite, e troppe volte poggiate su notizie raccolte direttamente). - Di poi Cesare Forte di Nicastro, conciatore di pelli, carcerato per la congiura(221), confermò avere udito tra i carcerati che il Lauriana si voleva ritrattare ma un Domenico Monaco lo sconsigliò; essere ritenuto testimonio falso, rifiutandosi a dire le parole a falsis testibus, onde i carcerati ne mormoravano; su tutto il resto disse non saper nulla. - In sèguito Cesare Spinola(222) attestò aver veduto un giorno fra Dionisio e il Lauriana in alterco, aver domandato allora al Lauriana come mai nel Castello "non c'era cane nè gatto che lo potesse vedere, et alhora fra Silvestro rispose Dio perdoni à chi n'è causa", e dietro le sue insistenze gli palesò esserne stato causa il Pizzoni che gli avea fatto deporre quanto avea deposto.
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