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      Che que' frati eccitavano gl'inquisiti l'uno contro l'altro dicendo che l'uno avea deposto contro l'altro, leggevano in precedenza all'uno l'esame raccolto dall'altro, facevano co' tormenti dire quanto loro piaceva. Che senza precedente denunzia, inquisizione o querela, aveano fatto carcerare esso Pizzoni, dicendolo pubblicamente nemico di Cristo e del Re. Che il fisco e gli ufficiali Regii promettevano premii e diedero indulti per far deporre contro la propria coscienza. Che un testimone del fisco, il Caccìa, aveva in punto di morte dichiarato di aver deposto il falso e se n'era fatta fede che esso Pizzoni riproduceva; inoltre questo Caccìa era stato sottoposto alla tortura mentre aveva la febbre e in tale condizione era stato sedotto da que' frati a nominare esso Pizzoni! Che i due Polistina erano suoi nemici, essendo lui stato a Roma contro di loro quando concorrevano al Provincialato. Che Giulio Soldaniero gli era nemico capitale e l'avea più volte minacciato, pretendendo che avesse nascosto Eusebio Soldaniero; e poi era stato eccitato da' Polistina a deporre contro di lui. Che Valerio Bruno era compagno di delitti e servo stipendiato del Soldaniero, e quindi non meritava fede; e poi egli medesimo confuso per le sue falsità avea detto a' Giudici, "misericordia signore, che sono ignorante". Che esso Pizzoni non era stato mai cacciato dal convento di Soriano, ma sempre accoltovi con affetto, e vi avea pure cantata la messa in presenza del Visitatore nel giorno di S.to Agostino (vale a dire il 28 agosto). Che il Campanella e fra Dionisio non aveano mai parlato di quelle cose che esso Pizzoni avea deposte, se non separatamente e fuori la presenza di alcuno; e il libro del Campanella stampato in Napoli non era scritto contro S. Tommaso ma contro Antonio Marta napoletano, e S. Tommaso vi si trovava nominato sempre colla massima riverenza (in questo contradiceva al Lauriana, col quale oramai il disaccordo era completo). Che avea sempre letto e predicato dottrine approvate dalla Chiesa.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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