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      Essergli stato da fra Cornelio letto in gran parte l'esame del Pizzoni, ma non detto che dovesse deporre contro il Pizzoni. Essergli stato detto dal Pizzoni che fra Cornelio, presente Geronimo di Francesco, l'istruiva nella carcere su quanto avrebbe dovuto deporre; poter assicurare che esso testimone medesimo era stato visitato nella carcere da fra Cornelio, il quale voleva fargli sottoscrivere un verbale che egli non voleva sottoscrivere, "e disse con giuramento, dicendo per queste mani, monstrando le mani sue, che tu non hai da uscire da questo Castello se non in pezzi, et io mi humiliai, et esso col visitatore mi sputavano in faccia con dire non basta questo, ma volevano che io dicesse delle cose che non sapeva... et il Sciarava mi pigliò una volta per il petto, è mi condusse alla banca sotto la corda, et voleva che confirmasse lo mio esamine quale io non voleva confirmare per le falsità che contineva". Dichiarò inoltre che tutti i frati di S. Domenico erano chiamati ribelli, che ognuno de' persecutori si aspettava un premio, e di fra Cornelio si diceva che sarebbe stato fatto Arcivescovo di Toledo! Avere udito che il Caccìa avea fatto fare una fede per ismentire le falsità deposte, e che era stato tormentato mentre avea la febbre; aver saputo da lui medesimo, in Squillace e poi in Monteleone, che era stato esaminato contro il Pizzoni e avea deposto il falso; ma i Giudici gli fecero osservare d'officio che dal processo si rilevava essersi le deposizioni del Caccìa avute senza tormento, e il Petrolo ripetè che in Gerace aveva avuta la corda (erano state confuse negli articoli le deposizioni sulla congiura e quelle sull'eresia, e i testimoni continuavano in tale confusione). Avere udito che il Pizzoni non era nemico ma amico del Polistina (confusione di due periodi diversi); aver saputo dal Pizzoni medesimo che fra Dionisio non gli avea dette tante eresie; e che glie le avea dette recitativamente; nulla poi aver saputo intorno al Campanella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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