Pagina (299/741)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - D. Francesco di Castiglia disse non conoscere il Pizzoni personalmente, non saper nulla del concerto del Soldaniero co' Polistina, sapere che Valerio Bruno era servitore del Soldaniero. - Infine Geronimo di Francesco disse aver conosciuto il Pizzoni solamente nelle carceri di Gerace, dove stava con lui in una medesima camera, ed aggiunse: "essendo priggione con frà Gio. Battista di Pizzoni, venne un frate rossetto, di bassa statura, e giovane quale lo chiamavano il compagno del visitatore, e per nome intendo si chiama frà Cornelio, et parlando con fra Gio. Battista udii che disse: Padre frà Gio. Battista mio bisogna per sutterfuger lo giudicio temporale che deponestivo in materia dal Santo Officio, et confermassi l'esamina fatta, et à questo modo si daria satisfatione à questi Signori, ciò e, al Advocato fiscale di Calabria, et saressi forzato di andare in Roma per ordine del Santo officio, Et questo detto si appartorno un poco da me che io non potesse udire et raggionorno quasi mezza hora secretamente che non udii, mà dopò frà Gio. Battista mi disse che il Compagno non havea parlato solamente come da se, mà mandato dal Padre visitatore à posta per persuaderlo à quanto hò ditto di sopra". Ed interrogato d'ufficio dichiarò ancora: "frà Gio. Battista disse così confusamente per che io non volsi sapere quel che havea deposto, che esso si era esaminato avanti don Carlo Ruffo, et che era molto attimorato, è mi giurò sopra li ordini che lui tiene, che delle cose che lui havea deposto, non ne sapeva niente, et che si Dio li faceva gratia di venire in buona sanità, che alhora havea certi discensi molto fastidiosi nelle braccia, voleva morire in una corda per mantenere la verità, essendo che quello che haveva detto non era la verità, et à questo niuno altro fù presente perche noi doi soli eravamo in quello carcere" (troppe confidenze). Intorno alle sevizie da parte del Visitatore e compagno dichiarò, che al Petrolo esaminato da fra Cornelio, "perche non disse come voleva esso, li levò il ferrarolo, et il cappello essendo alhora in habito secolare nel quale era stato preso, et lo fece tornare alla carcere che pareva un pescatore, et io lo viddi senza cappello, e senza ferrarolo, per il che mi mossi à dimandarli perche non havea il cappello, et il ferrarolo, et esso mi racontò quanto hò ditto". Intorno al Caccìa, disse che "fu tormentato à tempo che havea la febre, et l'Avocato fiscale fece venire un medico, il quale dubitando di non essere carcerato, disse per quanto si è inteso che si li poteva dare la corda". Dichiarò per altro non sapere che il Visitatore e compagno vi fossero intervenuti, ed aggiunse: "quando questo Gio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





Francesco Castiglia Pizzoni Soldaniero Polistina Valerio Bruno Soldaniero Geronimo Francesco Pizzoni Gerace Gio Pizzoni Cornelio Gio Padre Gio Santo Officio Advocato Calabria Roma Santo Gio Compagno Padre Gio Carlo Ruffo Dio Visitatore Petrolo Cornelio Caccìa Avocato Visitatore Gio